Quasi il 60% delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo derivano da grandi impianti industriali quali centrali elettriche a carbone, petrolio o gas, raffinerie e impianti di produzione di acciaio, cemento, carta e prodotti chimici. Nella maggioranza di questi, i gas di combustione esausti contengono anche CO2 che viene rilasciata nell’atmosfera.
Con le tecnologie CCUS (Carbon Capture Use and Storage) è possibile ridurre l’emissione di CO2 nell’atmosfera, “catturandola” negli impianti in cui essa viene prodotta. Dopo la cattura, la CO2 può essere utilizzata e, per la parte residua, confinata in formazioni geologiche profonde almeno 1.000 metri.
Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse per le tecnologie per il riutilizzo dell’anidride carbonica come materia prima per la produzione di prodotti chimici, nuovi materiali e combustibili liquidi puliti (come il metanolo, che ha un mercato in enorme espansione, e il dimetiletere, potenziale sostituto del GPL o del gasolio), L’impiego di tali combustibili comporta comunque l’emissione della CO2 in essi intrinsecamente contenuta; tuttavia essi possono sostituire gli analoghi combustibili prodotti estraendo idrocarburi, riducendone il fabbisogno e quindi l’emissione totale di CO2.
Anche augurandosi un sempre maggiore utilizzo della CO2 catturata, non va dimenticato che la CO2 prodotta da attività antropiche è dell’ordine dei miliardi di tonnellate all’anno, per cui la maggior parte di essa dovrà essere necessariamente confinata.
Poiché la CO2 viene prodotta quando si genera energia bruciando gli idrocarburi e poiché questi sono stati estratti dai giacimenti nel sottosuolo in cui essi sono stati intrappolati per milioni di anni, lo stoccaggio geologico della CO2 consiste essenzialmente nel rimettere l’anidride carbonica nelle formazioni geologiche profonde in cui gli idrocarburi si trovavano e, quindi, da dove essa proviene.
Le tecnologie CCS comprendono la cattura della CO2 dalle emissioni industriali, il suo utilizzo come materia prima per la produzione di prodotti chimici, nuovi materiali e combustibili liquidi “puliti” , il trasporto della parte di CO2 non utilizzata ai siti di stoccaggio e la sua iniezione in rocce sotterranee adatte al confinamento.
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