A volte i depositi di carbone non possono essere utilizzati, o perché sono troppo esigui o perché sono troppo profondi. Spesso, inoltre, essi contengono al loro interno una certa quantità di gas metano.
E’ stato verificato che quando si inietta la CO2 in tali depositi, essa si sostituisce al metano “liberandolo” e permettendo così di estrarlo ed utilizzarlo.
Attraverso tale tecnica chiamata ECBM (Enhanced Coal Bed Methane), il giacimento di carbone diventa una fonte di gas naturale, il cui valore compensa i costi del confinamento della CO2.
Le vene carbonifere hanno contenuto metano per milioni di anni, quindi è molto verosimile che esse riescano a fissare la CO2 e trattenerla per almeno decine di migliaia di anni.